Convento di San Nicola  della Fajarama, 2012 - foto Ludovico Centola

Convento di San Nicola della Fajarama, 2012 – foto Ludovico Centola

Poco conosciuto nella zona data l’ubicazione e l’età di costruzione. Attualmente non si possiede alcun documento attendibile che possa fornirci delle testimonianze valide.
Sicuramente è precedente al convento di San Giovanni de Lama, oggi santuario di San Matteo, ma non alla struttura che preesisteva prima del convento, quindi precedente di qualche secolo al 1007, ovvero prima data certa che testimonia la presenza del convento di San Matteo.

Ubicato in una faggeta su di un monte a 720 mt d’altitudine, è notevolmente vicino al convento di San Matteo, il linea d’aria meno di un chilometro, tanto che, secondo la testimonianza di un frate del convento, fino a 15 anni fa dal convento si potevano osservare le rovine da San Matteo, ma oggi il monte è stato ricoperto dalla folta vegetazione. Probabilmente fu uno dei tanti conventi benedettini nati prima dell’anno mille, infatti la Capitanata ha diverse testimonianze benedettine di quella epoca, anche diversi esperti di architettura hanno ipotizzato che la struttura potesse essere benedettina. Un unico riferimento potrebbe trovarsi in documento del VIII sec. nel quale si parla di Santa Maria di Pulsano, dove si afferma che i pellegrini prima di arrivare a Monte Sant’Angelo trovavano alloggio in un convento sulla via Sacra, nelle immediate vicinanze della valle di San Marco.
Potrebbe trattarsi dell’attuale convento di San Matteo, ma si può benissimo pensare al convento di San Nicola. Di questa costruzione anche se abbastanza rilevante non ci perviene alcun documento, quindi si può dedurre che fu abbandonato prima dell’anno mille, altrimenti anche un minimo riferimento lo si doveva trovare negli atti del monastero di San Giovanni de Lama perchè in quel periodo di atti e concessioni su quest’ultimo se ne fecero molti data la sua importanza, evidentemente anche se vicinissimo al convento doveva essere già in disuso.

La struttura era molto grande, dall’abside all’ingresso sono 21 metri circa, ma purtroppo i resti consistono in  poche mura perimetrali, un abside, una cisterna, ed un muro ancora integro alto più di 3 metri (doveva essere un pò più alto se consideriamo i crolli) contenente una serie di finestre.
I crolli hanno coperto tutto tanto che non si riesce a capire molto bene la struttura, inoltre la nascita di vegetazione ha letteralmente distrutto i perimetri interni. Prossimamente cercheremo di far studiare la struttura ad un archeologo per comprendere meglio la struttura. Anche senza l’aiuto di un architetto, nel 2004 ho abbozzato una molto ma molto approssimativa pianta della struttura che trovate di seguito.

Purtroppo le misure non sono precisissime data la mia incompetenza in materia, ma l’andamento della struttura doveva essere più o meno questo, con all’interno una serie di stanze abbastanza piccole ma ben delineate dove forse vi erano dei dormitori come quelli di altri oratori ed edicole presenti sul Gargano all’epoca. Forse nella stanze più piccola doveva esserci un’altra cisterna ormai scomparsa sotto le macerie, qualche muro interno ha lo spessore di un metro.
Si presume che la struttura non dovesse trovarsi tutta sullo stesso piano, con certezza la parte absidale è rialzata rispetto al resto della struttura e quindi doveva necessariamente avere delle scale che si quasi intravedono sotto le pietre del crollo e sotto la vegetazione, tesi avvalorata da un frate che afferma di averle viste quasi una quindicina di anni fa quando la natura ed il tempo lo permettevano.

Accanto al muro ancora esistente vi è quasi sicuramente un ingresso di c.a. 80 cm dato che ai 2 lati le mura sono perfettamente allineate ed anche intonacate, l’unico inconveniente è che l’ingresso è ostruito da un crollo, così come gli altri corridoi che sono solamente abbossati tra le rovine della struttura.
Sul muro quasi intatto vi sono una serie di finestre all’altezza di 1,90 mt, più precisamente la prima verso destra a 70 cm dall’ inizio del muro, la seconda a 1,40 mt dalla finestra precedente e la terza a 1,10 mt dalla seconda, infine a 35 cm il muro termina ed inizia un crollo abbastanza imponente dove quasi sicuramente la serie di finestre doveva continuare. La seconda finestra è la più grande, è alta 35 cm e larga 23 cm.
Non è da escludere che inizialmente potessero essere più strutture in seguito accorpate o che inizialmente vi era una sola costruzione e poi altre furono addossate a quest’ultima.

Fra qualche anno di questa struttura non resterà che il toponimo su qualche vecchia carta geografica, fra le tante strutture prese in considerazione nel mio progetto questa è quella che riversa nelle peggiori condizioni e quella meno conosciuta nonostante la vicinanza al convento di San Matteo. Date le poche rovine rimaste e la presenza nella zona di strutture molto più meritevoli di studi, credo che mai nessuno studierà questa struttura.
Per cio che concerne il mio progetto, nei prossimi anni cercheremo di fare una analisi più approfondita della struttura e di creare una pianta più precisa ed attendibile di quella creata dal sottoscritto tempo fa. Purtroppo devo dire che ogni inverno che arriva arreca un nuovo danno alla struttura, con il ghiaccio che allarga le crepe dei muri i quali crollano inesorabilmente anno dopo anno, impedendo sempre di più gli studi di questo ipotetico convento benedettino.


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